La tintura naturale

 
La tintura naturale
Runner Da Tavola tinto con Legno di Campeggio, stampato con foglie di Noce, Caprifoglio, Ginkgo Biloba, Eucalipto, Grevillea e Ailanto

La tintura naturale

La tintura naturale si usa ancora oggi, ma fin dall’antichità, gli esseri umani le hanno usate sfruttando le foglie, i fiori, i frutti, le radici e le cortecce di varie piante da usare sui tessuti ed altri materiali. Le piante tintorie hanno una lunga storia e tradizione nella produzione di coloranti naturali. Ovviamente tutte le piante tintorie hanno un largo uso nell’ECOPRINT, come si può vedere ne I MIEI LAVORI

Le varie piante tintorie

La canapa è una delle piante tintorie più conosciute e produce fibre tessili estremamente resistenti da cui si ricava il canvas per le vele delle navi. Sono già noti come prodotti dalla canapa il jeans, le candele e i cordami. I semi di canapa, contengono olio ricco di acidi grassi.

I fiori di rosella producono uno dei primi coloranti rossi disponibili e il colore rosaceo. I socchi di cipresso contengono un colorante marrone arancio.

Il colorante indaco, in particolare l’indigofera tinctoria, ha una lunghissima storia come colorante blu. Era ampiamente diffuso nell’antico Egitto, in Cina e in India, dove ancora oggi viene prodotto in grandi quantità.

Il guado è una pianta erbacea tropicale con i frutti blu che contengono il pigmento blu brillante lawsone, utilizzato come colorante per tintura. Lo zafferano è uno dei pigmenti più intensi e brillanti al mondo, ottenuto dai stigmi del fiore. Viene utilizzato per tingere i tessuti di lino, seta e lana di un giallo inteso. I semi di nigella (nigella sativa) producono un colorante nero, mentre la rugosa produce un colorante arancione brillante.

La storia

Le piante tintorie hanno una lunga storia di utilizzo umano e, nonostante siano stati sviluppati coloranti sintetici, molti pigmenti naturali vengono ancora utilizzati dagli artigiani e dagli hobbyisti per le loro proprietà tintoriali uniche. Le piante tintorie sono ancora ampiamente utilizzate in tintura tradizionale e craft, in quanto producono una vasta gamma di colori naturali vivaci con texture e nuance uniche. I coloranti naturali sono anche considerati ecologici ed ecosostenibili.

La maggior parte dei pigmenti vegetali sono stati scoperti per secoli di sperimentazione da parte degli artigiani tintori. La disponibilità dei coloranti dipendeva dai raccolti stagionali e dai luoghi geografici, portando allo sviluppo di tecniche complesse per ottenere nuance sottili. Alcune delle piante tintorie più conosciute producono colori base come rosso (rosella), blu (indaco), giallo (zafferano) e nero, la Noce di Galla (marrone, nero, grigio secondo il mordente utilizzato).

La Noce di Galla,

importantissima tintura naturale fa da ospite ad un parassita, l’imenottero cinipide Cynips tinctoria, che infetta la pianta. La femmina dell’insetto fora le gemme e depone lì le sue uova. La puntura provoca la formazione (zoomorfosi) delle galle nelle quali, le uova si schiudono e forando la galla fuoriescono le larve che poi diverranno insetti adulti. La parete delle galle è molto resistente e contiene un’elevata quantità di tannini.

La cocciniglia

è un colorante ricavato dall’omonimo insetto appartenente alla famiglia della coccoidea, in particolare dalle femmine della specie. Le mescolanze di questi coloranti permettevano di ottenere una vasta gamma di tonalità. I mordenti venivano utilizzati per fissare i pigmenti ai tessuti e modificarne il tono.

La tintura vegetale tradizionale

utilizza solo piante, radici, cortecce, foglie, fiori o frutti. Nessun prodotto chimico è aggiunto. Questo porta a colori più naturali ma meno brillanti e fastosi. La tintura moderna combina spesso coloranti naturali e sintetici per ottenere nuove tonalità. Le piante tintorie rappresentano una parte importante della cultura e della storia dell’arte tessile. Molte piante hanno acquisito nuovi nomi scientifici che riflettono il loro uso come coloranti, ad esempio la genziana.

La tintura naturale è anche considerata un’arte e una pratica meditativa da molti. La tintura vegetale ha una lunga storia e tradizione, risalendo alle civiltà antiche dell’Egitto, Cina, India, Grecia e Roma. Era un’arte importante ed era utilizzata per colorare i tessuti indossati dalle classi superiori. Alcune delle piante tintorie più preziose e apprezzate sono lo zafferano, il kermes ecc. producono pigmenti arancioni, rossi e rosa vividi, difficili da replicare con sintesi chimica.

La tintura vegetale tradizionale utilizza processi molto lunghi di macerazione per estrarre i pigmenti dalle piante. Risale fino a 1-2 settimane. La tintura moderna adotta processi più brevi (2-24 ore) con l’ausilio di catalizzatori per estrarre più pigmento. Il colorante indaco è stato fondamentale per colorare i tessuti in blu. E’ ancora oggi il più utilizzato colorante blu naturale al mondo. La coltivazione dell’indacofera tinctoria ha portato allo sviluppo di intere economie.

La tintura vegetale ha ispirato artisti e artigiani nel corso dei secoli. Molte tecniche pittoriche utilizzano pigmenti a base di piante come l’impressionismo (uso di coloranti al carbone). Alcune correnti artistiche esaltano apposta l’uso di colori naturali.

   
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